Sarà un Natale che ricorderemo per tutta la vita…

Sarà un Natale che ricorderemo per tutta la vita, questo Natale 2020. Il Natale dei giorni rossi e arancione, dei negozi chiusi, dei ristoranti blindati, dei cenoni negati, dei baci e degli abbracci vietati. Ma non solo. Sarà la prima volta, forse, in cui finalmente ci interrogheremo sul valore di questa parola piena di pathos e di significato, su cosa significhi davvero celebrare la nascita, la vita, il vero Natale.

Siamo cresciuti in questa epoca votata al consumismo ed all’egoismo, dove pare che ognuno sia libero ed in grado di ottenere tutto ciò che desidera, dove i valori sono diventati degli inutili fardelli, dove la parola educazione non viene nemmeno più pronunciata dai ragazzi a scuola, come la parola rispetto, o come la parola cura, rivolta principalmente ai nostri anziani abbandonati negli ospizi, meglio sostituita dalla parola vacanza, diventata ormai parola sacra, idolatrata come unica medicina contro il malessere che è figlio di questa epoca.

Ed è arrivato lui. Invisibile, ma maledettamente appariscente. Un virus che con la forza del peggiore degli tsunami ha travolto il genere umano mettendone in luce tutta la sua fragilità e scoperchiando quel vaso di Pandora che finora avevamo tenuto al sicuro nascondendolo alle nostre coscienze. Così, in una manciata di mesi, abbiamo scoperto che il vero dio che ispira le nostre azioni si chiama denaro e abbiamo toccato con mano la pochezza di governi e governatori, ai quali abbiamo delegato l’amministrazione della nostra vita privata e sociale.

E la libertà, che tanto ci manca? Libertà di uscire, fare shopping, andare a sciare? Se non fosse che non è questa la libertà per la quale abbiamo ribaltato mille volte il corso della nostra storia, e che non siamo liberi solo perché ci muoviamo a nostro piacimento. Perchè la vera libertà, quella che nessuno ci potrà togliere, è la nostra facoltà di ragionare e di prendere decisioni. E’ una facoltà che è nostro dovere coltivare e curare, per non essere travolti da questa società artificiale, che ci ha di fatto illuso di essere liberi: liberi di girare all’interno di una bella gabbia dorata che, complice un virus con la corona, ora ha iniziato a brillare un pò meno.

Auguro perciò a tutti noi un Natale senza sfarzo, oro e merletti, ma con un cuore colmo di vero amore, di parole sincere, di tanti “ti voglio bene” e “mi manchi”, di calore famigliare e di quella felicità che risiede solo dentro di noi. Basta cercarla. Per rinascere, ogni giorno, come a Natale.

Buon Natale a tutti voi.

E arrivederci a presto con le novità per l’anno nuovo.

Letizia

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