Parlare con Stefano Zonta della sua terra e della sua passione per le “dure zolle” mi suscita sempre un’emozione tale che nella mia testa riaffiorano le “soglie erbose” e l’”aria celestina” di pascoliana memoria.
Stefano, che conosco da oltre due decenni, rappresenta insieme al cugino Adriano la seconda generazione di una famiglia di quattro fratelli che, alla fine degli anni cinquanta, acquisirono una delle aree di Bassano del Grappa maggiormente votate alla viticoltura, sulla quale costruirono una cantina dove ancora oggi si svolgono tutte le lavorazioni dell’uva.
La proprietà era costituita inizialmente da 1 ettaro coltivato a merlot e altri 6 ettari ancora vergini.
Intuendo già allora le potenzialità insite nel variegato mondo del vino, i genitori di Stefano decisero di trattare la porzione di terra libera a vigneto, piantando per la maggior parte prosecco, un po’ di bianchetta e malvasia. In quegli anni il vino si vendeva in damigiana e l’attività era molto remunerativa; ma da bravi visionari, i fratelli Zonta se ne uscirono nel 1969, a dieci anni dall’impianto dei vigneti, con la prima bottiglia del Vigneto Due Santi: un taglio bordolese reduce da 24 mesi di barrique, nello stile toscano in voga allora.
Ho chiesto a Stefano se possiede ancora quell’ ettaro di merlot dal quale è partita l’azienda e la risposta è stata affermativa: il terreno esiste, messo a riposo proprio quest’anno dopo che il vitigno aveva raggiunto la sua vecchiaia, in attesa di essere rigenerato prima di una sua nuova piantumazione.
Dei due cugini ora titolari della cantina, Stefano arriva in azienda nel 1988 dopo il grande scandalo del metanolo e lo fa malgrado gli si stesse aprendo una carriera professionale con la Barilla che lo avrebbe portato in giro per il mondo. Ma il suo senso della famiglia e l’amore per il territorio hanno la meglio e Stefano si dedica anima e corpo per portare il Vigneto Due Santi ai vertici dell’enologia nazionale.
Adriano, più giovane di dieci anni, vive la cantina fin da piccolo partecipando da sempre a tutte le fasi della produzione del vino. Dopo gli studi di economia ed un’importante esperienza nel mondo della ristorazione, entra nel 1998 a tempo pieno nell’azienda.
“Il Vigneto Due Santi siamo io e Adriano, e la nostra terra” ama ripetere Stefano.
Un vigneto che oggi si estende per 22 ettari, circondato da boschi e uliveti, coltivato seguendo una grande filosofia di qualità e costante miglioramento.
Seguendo la “vocazione della terra”, alla Due Santi l’uva è soprattutto bordolese per la produzione di merlot e cabernet, alla quale i due cugini hanno aggiunto, in un piccolo appezzamento sassoso e calcareo, al posto del classico vespaiolo, un pinot bianco, con il risultato che oggi viene prodotto anche un pinot bianco che ho avuto modo di degustare: un vino che, pur essendo ancora giovane, a mio parere ha la stoffa per diventare un grande vino.
Molta umiltà e altrettanta conoscenza distinguono Stefano e Adriano, che sono riusciti alla chetichella a far risplendere il nostro territorio e che oggi possono affermare con orgoglio di non avere vino sufficiente a soddisfare la domanda del mercato.
Grazie ragazzi per avermi dedicato il vostro tempo e per soprattutto per avermi fatto sognare.
A presto
Letizia
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