Cantina Merano e Val Venosta, la mia vacanza enologica (parte prima)

“Sono in vacanza ogni giorno perché amo quel che faccio” recita il ritornello di una simpatica canzone che mi viene in mente pensando alle mie vacanze di agosto, che ho allegramente speso andando a fare visita a cantine e produttori.

In cima alla lista, la Cantina Merano, dove sono stata ricevuta dal direttore vendite Italia Michael Zuech, che mi ha letteralmente riservato un trattamento da principessa degno di questa splendida cantina, circondata da una spettacolare terrazza dalla quale si ammira un panorama mozzafiato.

Questa storia inizia nel 1901, anno di fondazione della Cantina Burggrafler che nel 2010 si fonde con la Cantina Vini Merano, altra tradizionale cooperativa di produttori del Meranese fondata nel 1952, dando vita alla Cantina Merano che conta ben 380 soci che coltivano i 260 vigneti dell’area vitivinicola occidentale dell’Alto Adige.

Nel 2013 è stata aperta la nuova sede, opera architettonica esempio di ricerca della bellezza e della perfezione funzionale: una cantina scavata a 25 mt sottoterra con temperatura costante di 14 gradi, separata dall’enoteca panoramica in vetro che offre una vista a 360 gradi sulla conca di Merano.

“La nostra cantina unisce due regioni vinicole molto diverse – mi spiega Michael – colline soleggiate e fertili con cipressi e palme intorno alla città di Merano e condizioni estreme alpine in Val Venosta.”

I vigneti sono piantati dai 300 ai 1350 metri di altitudine su un terreno estremamente vario.

“Controllando con cura e sapienza l’ubicazione, la natura del suolo e le condizioni climatiche si trova la collocazione ottimale per ogni varietà e per ogni vitigno. A Lagundo il terreno è sabbioso – prosegue Michael – da Merano a Bolzano invece è porfireo arricchito di cristali di quarzo, in Val Venosta i terreni sono calcarei, piove poco e si arriva anche a 20 gradi di escursione termica.

La Val Venosta, appunto. E’ proprio questo il principale motivo della mia visita. Finito il pranzo, insieme a Michael mi accingo finalmente alla scoperta della più piccola zona altoatesina DOC chiusa.

E rimango senza fiato: i vigneti ( 40 ettari complessivi) presentano una pendenza tale da immaginare sia impossibile qualsiasi tipo di lavorazione, e nei panorami che si scorgono salendo sembrano diamanti incastonati in una perfetta montatura. Non mi stupisce che i vini prodotti in questo lembo di terra presentino  profumi elegantissimi e una mineralità così accentuata.

Ma Michel non si accontenta e mi spinge a raggiungere il vigneto più alto: non mi resta che ringraziare l’universo per avermi concesso una tale fiabesca visione.

“La coltivazione nei pendii è da sempre un duro lavoro manuale – mi racconta Michael – e i nostri soci sono tenuti a sottostare ad una cura quasi maniacale dei vigneti, perchè se l’uva non presenta la qualità richiesta non viene accettata”.

Non ho parole per ringraziare Michael per la bellissima giornata che mi ha fatto trascorrere, facendomi innamorare…dei pinot bianchi della Cantina Merano che possono tener testa senza dubbio a qualsiasi altro vino considerato prestigioso. Di questi e degli altri vini prodotti in Val Venosta vi rimando al nostro sito www. https://www.pomodorocucinainbottega.it/

A presto

Letizia

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